Teatro delle memorie – Intervista ad Alba Galbusera
• Choros Comunità •
Come hai conosciuto l’Associazione Choròs – Teatrocomunità?
Nel 2017 ho incontrato, grazie all’Università di Torino, l’Associazione Choròs per la quale ho svolto un tirocinio curriculare. L’Associazione Culturale Choròs nasce nel 1997 e dal 2001 lavora nell’ambito dei percorsi di Teatro Comunità. La principale sua mission è quella di sviluppare senso di comunità negli abitanti dei diversi territori cittadini con un lavoro, attraverso la pratica artistico-teatrale, sulle biografie degli stessi.
Dal 2008, a partire dallo spettacolo “Di Ciro il Mod-ernista e di altre avventure”, Duccio Bellugi Vannuccini del Théâtre du Soleil di Parigi ha cominciato la sua lunga e duratura collaborazione con l’Associazione.
A seguito di questo tirocinio, per il quale ho trascritto interviste, prodotto reportage e diari di bordo ed editato il materiale utile alla messa in scena dello spettacolo finale, ho ricevuto da parte della direttrice artistica, Maria Grazia Agricola, la proposta di istituire una collaborazione attiva all’interno dell’équipe di lavoro. Nel frattempo ho portato a termine una laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche e un percorso formativo di Teatro Sociale e di Comunità presso l’SCT Center di Torino. Dall’ottobre del 2017 collaboro attivamente con Choròs.
Come è nato il progetto Teatro delle memorie?
Durante il 2019 ho cominciato a riflettere sulla possibilità di far nascere nei luoghi a me familiari, in provincia di Novara, processi virtuosi come quelli che avevo potuto osservare nei miei anni torinesi. A Pombia ho trovato una casa in cui cominciare a costruire. In questo comune ha sede l’Associazione Stella Alpina, realtà antifascista che sin da subito, nella persona di Piero Beldì, ha preso a cuore il progetto Teatro delle Memorie.
L’incontro con la Stella Alpina avviene a monte di una lunga collaborazione artistica che vede la realizzazione di spettacoli e commemorazioni teatrali di diversa origine tematica e territoriale, fino a una riflessione cruciale: è possibile dare nuova forma al tema della memoria? Ho pensato, allora, che, attraverso lo strumento del TeatroComunità, potessi provare a dare voce alle memorie silenti del territorio: quali sono le lotte di oggi? Quali le narrazioni?
Il progetto si propone di creare un ponte tra il passato e il presente prospettando e preparando la possibilità di un futuro più consapevole della propria storia. Nel 2019 è stata realizzata, tra febbraio e maggio, la prima fase di lavoro nel Comune di Pombia. Il tema sviluppato in questo quadrimestre è stato quello del lavoro, da cui la domanda motrice di tutto il processo creativo: che cosa ti viene in mente se dico lavoro?
In quei mesi ho realizzato sei interviste a persone del territorio tra cui istituzioni, abitanti e commercianti. Nel frattempo ho cercato di intessere una relazione diretta con alcuni degli abitanti e dei commercianti di Pombia. Ogni lunedì, a partire dal 4 febbraio 2019, ci siamo incontrati presso la Sala Polivalente di via Giuseppe Garibaldi 16, con il laboratorio di TeatroComunità del Teatro delle Memorie.
Il numero di laboratori che ci hanno consentito di portare in scena lo spettacolo Lavoro: come ti racconto il 18 maggio 2019 sono stati 16. I partecipanti riusciti, infine, ad andare in scena sono stati 11 (di cui 5 di Pombia). La collaborazione con il Comune di Pombia, Stella Alpina, ANPI e Pro Loco, garantisce la realizzazione del progetto ma anche la sua prosecuzione nell’arco del 2020.
Che riscontro ha avuto il progetto a livello di partecipazione del pubblico?
Per quanto riguarda l’evento del 18 maggio 2019 possiamo ritenerci ampiamente soddisfatti. Alla serata hanno preso parte più di 100 persone provenienti da alcuni paesi limitrofi a Pombia e alcuni (seppur pochi) dei protagonisti della ricerca effettuata sul territorio durante l’arco dei mesi precedenti. I partecipanti al laboratorio (Lucia, Piero, Pietra, Billo, Giulia, Alfredo, Lidia, Giordana e Daniele) hanno vissuto positivamente, così come hanno raccontato nella restituzione finale post-evento, la prima esposizione pubblica dell’esito dei laboratori.
Inoltre, ci tengo a dire che la performance del musicista Alessandro Guidi è stata un punto chiave di questo lavoro. Fare teatro sociale con la musica dal vivo è un lusso e Alessandro è un grande artista!
Dal 2020 abbiamo cominciato a lavorare anche con i bambini delle scuole, considerando importante il coinvolgimento di tutte le famiglie di quel paese. Per questo motivo, il 9 febbraio 2020, ho portato presso la Sala Polivalente di Pombia una lettura animata di alcune delle filastrocche e dei racconti di Gianni Rodari, incentrate sul tema del lavoro.
La partecipazione all’evento è stata massiccia e, per la prima volta, ho potuto incontrare quasi tutte le famiglie e i bambini di Pombia. Una lettura animata ci è sembrato un linguaggio differente grazie al quale entrare in contatto con una fetta di popolazione che, normalmente, non partecipa agli eventi teatrali organizzati durante l’arco dell’anno. Purtroppo il blocco di tutte le attività non ci ha permesso di proseguire con il progetto.
Se non fosse stato per il virus come sarebbe proseguito il progetto? Come vi state muovendo?
Grazie all’organizzazione della mini-rassegna teatrale Verso Ritratti, avremmo portato, il 18 marzo scorso, lo spettacolo Lavoro: come ti racconto presso il Teatro Marchesa di Torino. Chiaramente, date le circostanze, lo spettacolo non è stato replicato e anche il progetto sulla scuola si è bloccato. Siamo dispiaciuti perché alla drammaturgia sul lavoro si erano aggiunte altre due persone (Daniela e Juan Carlos) ed eravamo entusiasti di poter fare una trasferta torinese!
Con grande piacere, però, stiamo mantenendo col gruppo di Lavoro: come ti racconto, il lunedì sera come momento per incontrarci telematicamente per procedere, seppur in maniera differente, con il lavoro teatrale. Il lavoro si è modificato perché, attraverso lo schermo, ci sono grossi limiti e nuovi campi di esplorazione. Stiamo pensando di produrre una forma alternativa dello spettacolo da presentare, prossimamente, sui canali dell’Associazione Choròs.
Per la scuola rimaniamo in sospeso, con la speranza di poter progettare, per il futuro, un intervento sul territorio di Pombia che metta in modo un vero processo virtuoso di comunità. Il teatrocomunità potrà essere, in questo senso, indirizzato alla ricostruzione delle reti relazionali e di nuove forme di partecipazione. Mai più di adesso, viva il teatro!
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