Teatrocomunità in Festival 2020 – XI edizione
LETTERE DAL CONFINO
Cascina Teatro Marchesa – Corso Vercelli, 141
19 settembre 2020 – Ore 21:00
Attraversare un tempo che non sapevamo quanto sarebbe durato, rigenerare gli spazi in cui abbiamo attraversato questo tempo sospeso ha fatto nascere la drammaturgia di “Lettere dal Confino”
A cura di Maria Grazia Agricola e Céline Schlotter
Con la collaborazione di Alba Galbusera
Grazie per il contributo a Federica Serra
In scena Veronica Allaria, Sara Chiarello, Giuseppina Choc, Mattia D’Adda, Piera Dal Prà ed Enzo Porrini, Attilio Piglia, Carmen Di Stefano, Mario Forte, Nuccia Miceli, Angelo Schifano, Mariella Parisi, Giovanna Pisano, Antonio Verdini
Lettere dal confino è stato un progetto di narrazione biografica nato a marzo 2020 e proseguito per tutta la durata del lockdown col gruppo di Teatrocomunità. Tutti i partecipanti hanno scritto una lettera a una persona cara. Ora queste lettere si trasformeranno in scena teatrale. Dopo 5 mesi di blocco delle attività, Lettere dal confino approda al Teatro Marchesa.
Ingresso – 5 euro (obbligatoria la prenotazione)
Durante il confino abbiamo cercato in modo pervicace di non arretrare, di fare in modo che la comunità, in cui e per cui abbiamo lavorato in questi anni, non perdesse il contatto con l’orizzonte artistico e teatrale. Abbiamo lavorato online e realizzato molte attività, dando vita a un considerevole patrimonio drammaturgico.
La prima tappa, necessaria, di questo rinnovato intervento è stata quella di mettersi in ascolto e raccogliere storie, emozioni, paure, bisogni, necessità emerse dal confino: molte erano già esistenti e l’isolamento le ha esasperate, altre arrivano dalla difficoltà di ripensare il proprio ruolo nel lavoro, nelle relazioni sociali, in famiglia e in casa.Tale materiale ci permette oggi di proporre eventi e spettacoli segnati da un’esperienza complessa come quella che stiamo ancora vivendo. Nello stesso tempo è compito di noi artisti e operatori teatrali interrogarci verso quali nuove forme artistiche e nuove progettualità culturali andare. Non possiamo fermarci ma non possiamo neppure pensare che tutto tornerà rapidamente come nel recente passato. Dobbiamo saper evocare visioni che la comunità possa accogliere, non solo per motivi concreti collegati alle norme di sicurezza ma anche per la trasformazione in atto.